Travel 2.0

Nello stesso modo in cui Itunes ha trasformato il consumo della musica, e di conseguenza il modo in cui i cantanti e i gruppi musicali vengono remunerati, il web 2.0 trasformerà il modo in cui i viaggiatori acquisteranno i loro viaggi online e conseguentemente trasformerà i siti web e le aziende che li vendono. Il cambio di prospettiva - da una società centrata sull'offerta di prodotti e servizi e sulle aziende, ad una focalizzata sui bisogni dei consumatori, o meglio delle persone - cambierà anche i modelli di business online. L'utente è sempre più il protagonista, il viaggiatore è diventanto commentatore, generatore di contenuto, blogger, membro di una community, fotografo amatoriale, video maker, podcaster, influencer. Quindi non più comsumer passivo ma editor e publisher del prodotto consumato.

Il web 2.0 transiterà la fruizione delle agenzie virtuali, ad esempio, dalla ricerca del prezzo migliore alla ricerca del viaggio migliore, in termini di servizi di customer satisfaction, planning e social networking pre- e post- il viaggio. L'offerta di prodotti travel online è diventata straordinariamente ricca, la competizione sul prezzo ha raggiunto punti altissimi e l'approdo sui price comparison engine hanno portato ad un'erosione del valore dei brand. Per questo la nuova frontiera è l'attenzione sui servizi agli utenti ad alto valore aggiunto.

In termini di user generated content, i benchmark sono Turistipercaso e TripAdvisor. Ma guardando oltre questi semplici ancorchè efficaci applicazioni di concetti di community e di user review, c'è all'orizzonte un mondo tutto ancora da scoprire:
  • Yahoo Trip Planner consente di progettare i propri viaggi (foto, mappe, review) e condividere quelli passati.
  • Where are you now?, Mylifeoftravel e Tripmates sono perfetti esempi di community interattive create attorno al mondo dei viaggi
  • Travelpost offre invece Hotel reviews, hotel rating e travel blogs
  • Realtravel e TravBuddy consentono di leggere le raccomandazioni dei bloggers du destinazioni e strutture ricettive e di creare travel blogs
  • Metroblogging, blog metropolitano sulle città statunitensi
  • Sprice, SideStep e Kayak, sono price comparison engines per agenzie viaggi online che utilizzano fortemente la tecnologia Ajax
  • Farecast, dedicato ai voli, permette di sapere in anticipo quando conviene acquistare i biglietti; e Farecompare, che suggerisce la destinazione più conveniente dato un punto di partenza
  • Travelistic, il YouTube dei viaggi
  • Contiki Holidays, leader nel segmento 18-35, che ha aperto una spazio MySpace per commenti e offerte, e permettendo a tutti gli utenti si segnalarsi come "Friend".
  • 43Places, che permette di combinare le foto di Flickr, Google Maps, il tagging, Feed RSS, e user generated content
  • Blogabond, che permette di esplorare blog e racconti visivamente, attraverso una Google Map.
  • VirtualTourism, che combina in un sol colpo Wikipedia, Google Map e YouTube
  • Nel settore del wiki abbiamo: Wikitravel e World66
  • Il podcasting è invece rappresentato da: LonelyPlanet, Orbitz, HeartBeatGuides, SoundWalk
Molti marketers stanno sperimentando queste applicazioni e alcuni hanno già cominciato a sfruttarlo commercialmente. Applicato al travel, il web 2.0 sembra offrire grandi opportunità a coloro che saranno risiuciti ad afferrarne le potenzialità: lo stesso Tim O'Reilly (colui che ha conianto il termine) l'ha descritto come un'attitudine più che una tecnologia. Certo è che i social network, i wikis, gli rss, i podcast, i video ecc.. influenzeranno sempre più le decisioni d'acquisto, la loyalty ai brand e le revenues!

 

Le nuove norme per i bagagli a mano

Durante i miei ultimi viaggi aerei ho potuto notare con piacere come le misure di sicurezza negli aeroporti siano incrementate e siano diventate leggermente più rigide.
Oltre il divieto di trasportare con sè sull'aero gli oggetti elencati e rappresentati su cartoncini plastificati presenti sui banchi check-in di tutti gli aeroporti mondiali (i quali mi provocano sempre una grassa risata: su tali cartoncini sono infatti rappresentate bombe a mano, seghe elettriche, pistole, lanciafiamme e... mi è sembrato perfino di intravedere la forma di un bazooka, da nascondere chissà dove!) sembra che adesso si sia ristretto il numero e il tipo di oggetti consentiti durante i voli.
Al fine di proteggere i passeggeri dalla nuova minaccia terroristica costituita dagli esplosivi in forma liquida, infatti, sono entrate in vigore dal 6 novembre la nuove norme sul trasporto dei liquidi a bordo dei voli europei.
A partire da questa data, quindi, presso i punti di controllo di sicurezza aeroportuale ciascun passeggero ed il relativo bagaglio a mano vengono controllati per individuare l'eventuale trasporto di articoli già proibiti dalla normativa vigente (ad esempio sostanze corrosive, ossidanti o magnetizzanti) e anche di sostanze liquide.
Le nuove regole non pongono alcun limite alle sostanze liquide acquistate presso i negozi situati nelle aree poste oltre i punti di controllo o a bordo degli aeromobili utilizzati da Compagnie Aeree appartenenti all’Unione Europea (saranno contenti i gestori dei negozi presenti attorno agli imbarchi???).

L'Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) specifica che le regole sono valide in tutti gli aeroporti dell'Unione europea, in Norvegia, Islanda e Svizzera, indipendentemente dalla destinazione del volo.

Mentre non vi sono limitazioni per i liquidi inseriti nei bagagli che vengono imbarcati al momento del check-in, in base al nuovo regolamento, nel bagaglio a mano è consentito portare a bordo solo una piccola quantità di liquidi, in recipienti ciascuno di capacità massima di 100 millilitri o di misura equivalente (100 grammi), che vanno posti all'interno di sacchetti di plastica trasparente e richiudibili, di capienza massima di un litro oppure di dimensioni di circa 18 cm x 20 cm. Questi sacchetti vanno presentati al controllo separatamente dal resto del bagaglio a mano.
Per ogni passeggero è consentita solo una busta.
Nel bagaglio a mano, al di fuori della suddetta busta richiudibile, e se possibile limitatamente alla quantità necessaria per il viaggio, si potrà continuare a trasportare medicinali e prodotti dietetici come alimenti per bambini.

Se tutto ciò ha aumentato i tempi di imbarco ed allungato le file alle postazioni di controllo, sono sicuro che ne può valere la pena se è in ballo la sicurezza dei viaggiatori.
Io comunque proporrei un sondaggio ai gestori degli aeroporti di tutto il mondo:
perchè il 90% viaggiatori si ostina a non togliersi di dosso tutti gli oggetti che fanno scattare gli allarmi ed il numero medio di passaggi dal metal detector si aggira attorno alle 10 volte per passeggero?(fonte empirica)

...ma questo forse è uno dei misteri della vita...

 

Voli low cost, questi sconosciuti..

Mia madre, nonostante sia una persona molto parsimoniosa e attenta alla spesa, mi dice sempre di non risparmiare sui biglietti aerei: “Non prendere quegli aerei low cost a 1€, ti fanno viaggiare su dei trabiccoli! E se poi cade nell’acqua? Chè tu non sai nemmeno nuotare!”.

Come mia madre molti pensano che le compagnie low cost abbiano una minore sicurezza e una più alta probabilità di incidenti per il solo fatto che costano poco. In realtà la sicurezza è d' obbligo su ogni compagnia aerea, e il prezzo è il frutto di una politica commerciale apparentemente insostenibile economicamente e finanziariamente, ma che lo diventa invece per una serie di fattori che hanno a che fare con la gestione complessiva della compagnia.

Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza.

La differenza tra le compagnie di linea e quelle a basso costo è nella qualità del servizio offerto al passeggero, che è decisamente minore, per una maggiore riduzione dei costi di gestione. Le voci di costo sulle quali le compagnie low cost risparmiano sono varie:

  1. Collegamenti da scali minori e più lontani dal centro della città (Ciampino su Roma, Linate o Orio al Serio su Milano, Luton su Londra, ecc…; a Parigi Ryanair attera a Beauvais ad un'ora e mezza dalla città). Negli scali minori si ottengono risparmi sull'acquisto degli "slot", vale a dire degli spazi per le partenze. In genere le low cost offrono meno partenze e ad orari meno convenienti rispetto alle compagnie tradizionali. Inoltre ricevono incentivi e premi dagli stessi scali per generare traffico e quindi raggiungere quella massa critica che permetta di ottenere agli scali aeroportuali una buona redditività. Di contro, le compagnie low cost non hanno slot di atterraggio addizionali, per cui in caso di ritardo può accadere di aspettare ore.
  2. Economie di costo sulla manutenzione e gestione delle flotte: si utilizzano solo aerei di una casa costruttrice e generalmente un solo modello di aeromobile. Si risparmia quindi sui processi di manutenzione, che vengono standardizzati, e sulla gestione delle scorte e del magazzino (meno parti da sostituire e minor complessità della loro gestione).
  3. Distribuzione disintermediata (via internet o telefono), nessuna biglietteria fisica, poca flessibilità (molto difficili i cambi e comunque salati).
  4. Economie di gestione: riduzione dei tempi di sosta in aeroporto, check-in piu' rapido, nessuna assegnazione di posto e sedili più stretti per ottenere una maggiore capacità di trasporto permettono di avere una massimizzazione della rotazione del capitale.
  5. Riduzione del personale: quasi assenza del personale a terra, una hostess/steward ogni 20.000 passeggeri, contro 1 su 5.000 delle compagnie di linea.

  6. Ottimizzazione delle risorse umane: hostess e steward a bordo svolgono anche altri compiti nelle soste duranti gli arrivi o le partenze, e la minimizzazione dei servizi a bordo porta ad avere un organico di 8 persone per far decollare un aereo (contro le 20 di Alitalia).
  7. Politica retributiva “a cottimo”: i comandanti hanno una retribuzione fissa e un'altra variabile legata a certi parametri. Nella compagnie di linea, più un pilota vola in termini di ore volate e più riscuote. I piloti delle compagnie low cost invece riscuotono in base al numero di partenze e atterraggi. Risultato: se ci sono problemi in fase di atterraggio con la torre di controllo, un pilota classico rimane in cielo (gli conviene), l'altro fa il diavolo a quattro per atterrare. Finisce così che mentre un aereo della British vola non più di sette ore al giorno, il suo gemello della Easyjet ne totalizza circa 12.
  8. Risparmi sulla formazione e sull’addestramento del personale (ad esempio i piloti vengono formati solo sulla conduzione di un tipo di velivolo (airbus o boeing) e non su entrambi come avviene per le compagnie di linea.
  9. Eliminazione dei pasti a bordo, che contrariamente a quello che si può pensare incidono fortemente sul bilancio di una compagnia aerea: è famoso ormai il caso della British Airways, la quale in un anno è riuscita a risparmiare due milioni di dollari semplicemente eliminando da ogni pasto a bordo un’oliva.
  10. Forti mark up sui servizi aggiuntivi a bordo (bibite, snack, giornali).

Infine sono la politica di prezzi e il marketing che hanno condotto al successo del modello di business delle compagnie low cost: i voli ad 1 euro rendono attrattivo, accessibile e decisamente conveniente il loro prodotto non solo a fronte dei voli di linea, ma anche nei confronti di tutti gli altri mezzi di trasporto. C’è da dire però che i voli ad 1 euro solo limitati e terminano abbastanza presto; poi le tariffe crescono a 9.99 quindi 19.99 e così via fino a completare i posti. In questo modo gli aerei sono sempre pieni (load factor o fattore di carico) e il recupero dei costi fissi è pianificabile al centesimo.



Mum, I'm sorry, but I love low cost!





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